Costruito nel 1618, come segnala l'iscrizione sul portale, il semplice edificio contiene un vasto ciclo di decorazioni, a stucco e ad affreschi, che si ritiene si sia protratto per oltre cinquant'anni, rimanendo comunque nell'arco temporale dello stesso secolo (40).
Gli affreschi sono stati eseguiti a più riprese e da più mani, e presentano, oltre ad alcune campiture ipotizzabili come ridipinture a tempera, diverse incongruenze iconografiche nelle sequenze narrative parietali e delle volte, causate appunto dalla stesura generale frammentata nel tempo.
Così appare anche la cappella dedicata a S.Maria della Croce, dove troviamo la presenza dei quattro evangelisti e del Padre benedicente negli ovali stuccati della volta, in compagnia di immagini difficilmente compatibili tra loro come la Visitazione, la Natività di Maria e la Crocifissione con Santi.
La cappella presenta anch'essa l'accostamento, anche se su diverse pareti, degli evangelisti con i Dottori della Chiesa, dipinti nel sottarco d'ingresso della cappella stessa.
Il pittore accreditato ai lavori della cappella, grazie ad una iscrizione datata 1628, è Tommaso di Berardino, aquilano, e costituisce l'artista di più alta esecuzione di quelli operanti negli interni della chiesa, efficace sia nel disegno che nella resa coloristica che, come accenna D. Venanzio Fucinese, è maggiormente evidente forse anche per l'uso di colori ad olio sull'intonaco, che ha permesso di subire meno danni da umidità rispetto alla tempera usata in altre pareti dell'edificio.
Viene rispettata anche qui la sequenza dei vangeli, nella collocazione degli evangelisti della volta, i quali offrono la particolarità di una esagerata umanizzazione delle figure simboliche, evidente nelle immagini del leone e del toro.
Dallo stucco seicentesco, spesso dorato e dipinto, di Pietranico è inevitabile passare allo stucco del XII secolo dei lavori di Nicodemo, il quale in associazione con i maestri Roberto e Ruggero, ha lasciato testimonianze originali nel campo della produzione artistica dell'arredo liturgico.
Utile alla trattazione infatti sono gli amboni "gemelli" dislocati nelle chiese di S.Maria in Lago di Moscufo (PE), S.Maria in Valle Porclaneta di Rosciolo (AQ) e S.Stefano di Cugnoli (PE), eseguiti dal 1150 al 1166.
Un elemento comune alle opere predette è il materiale usato che risulta costituito da una struttura in pietra rivestita con conglomerato cementizio di gesso, calce e pietrisco, morbido in corso d'opera ma durissimo una volta asciutto, mostrando inoltre una colorazione base leggermente rosata, dovuta probabilmente all'ossidazione dei elementi metallici del composto.
Il primo pulpito, in ordine cronologico, datato 1150. è firmato da Roberto e Nicodemo e si presenta attualmente frammentario nelle sue parti originali, per cui l'iconografia viene in parte individuata basandosi sui pulpiti similari di Moscufo e Cugnoli.
Il suo corpo acefalo del leone testimonia la originaria presenza dei rilievi dei simboli evangelici.
Del 1159 è la realizzazione dell'ambone di Moscufo, il quale risulta quello meglio conservato della triade.
Costituito da una struttura a cassa quadrata poggiante su arcate a tutto sesto, tranne la frontale triloba, montate su quattro colonne. Riccamente decorata con motivi a rilievo iconici e aniconici, la cassa presenta i due lettorini sporgenti, tipici dei pulpiti-amboni, costruiti sui rilievi delle coppie evangeliche.
Questi ultimi, sostanzialmente identici a quelli di Cugnoli, mostrano la disposizione per "coppie opposte", in cui l'aquila e l'angelo occupano la posizione più alta.
Nel caso specifico, viene ad aprirsi una parentesi, nella quale uno sguardo indulgente alla visione astrologica potrebbe cogliere una nota evocativa, nella costituzione netta e corposa delle figure che emergono evidenti dalla cassa: una sorta di materializzazione dei principi che sottendono la simbologia da loro espressa, recitati da l'aquila-Giovanni e l'angelo-Matteo che elevandosi, grazie al sostegno fornito dal toro-Luca e dal leone-Marco, intercedono direttamente il Verbo divino simboleggiato dai leggii; analogamente ai segni, che ritmano le tappe dell'evoluzione umana, il toro ed il leone permettono, con la loro funzione "individualista e concreta", il mutare della crescita personale la quale verrà, nelle successive fasi astrologiche, reinvestita nel processo e sviluppo della dimensione sociale e spirituale dei segni dell'aquila-scorpione e angelo-acquario.
Theorèin - Settembre 2005